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L’acqua che utilizziamo normalmente può nascondere alcuni problemi, non solo di natura tecnica ma anche tipicamente sanitari, legati alla corretta gestione della rete distributiva.

Uno dei problemi più delicati è rappresentato dalla Legionella Pneumophila.

La legionella è un batterio altamente pericoloso che prolifera in particolare in acqua stagnante, nei luoghi di accumulo di acqua poco movimentata e nei serbatoi artificiali, formando colonie persistenti per le quali si rendono necessari interventi di bonifica e di prevenzione.

La legionella trova il suo habitat ideale in particolare negli impianti idrici di strutture con sistemi centralizzati di distribuzione dell’acqua calda sanitaria come grandi condomini, alberghi, ospedali, case di riposo, terme, centri sportivi, ma può essere presente anche in piscine con cascate, fontane ornamentali, spa con generazione di areosol o microgocce e soprattutto in concomitanza a temperature dell’acqua comprese tra i 20° e 45 °C. Infatti è proprio all’interno di questo intervallo che il batterio prolifera, mentre a temperature inferiori sopravvive inattivo e a temperature al di sopra dei 50 °C muore.

Sia le incrostazioni all’interno delle tubature di linee morte o l’uso discontinuo di rami di impianto ne costituiscono un terreno fertile.

La contaminazione può avvenire anche attraverso le torri di raffreddamento e l’acqua di condensazione dei fan coil negli impianti di climatizzazione. 

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La Legionella Pneumophila ebbe un’ampia risonanza la prima volta nel 1976 in seguito ad un’epidemia di polmonite che si verificò tra i partecipanti ad un convegno. Solo un anno dopo venne isolato dal tessuto polmonare delle vittime il germe responsabile, un bacillo Gram negativo chiamato da allora Legionella.

La Legionella, all'interno degli impianti idrici, può vivere in forma fluttuante nell'acqua, oppure ancorata a biofilm, ossia aggregati costituiti da comunità batteriche inglobate in una matrice autoprodotta ed attaccata ad una superficie inerte. In tali strutture, la legionella trova sostentamento e protezione, in quanto non esposta ad agenti biocidi, che altrimenti sarebbero in grado di uccidere o inibirne le forme vitali.

La tabella riassume le principali informazioni che ad oggi ci permettono di identificare e controllare la crescita di tale batterio.

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QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

 

Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi

Approvato in Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 7 maggio 2015, il documento intende riunire, aggiornare e integrare tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali e normative: ‘Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi’, pubblicate in G.U. del 5 maggio 2000; “Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-recettive e termali” e  “Linee guida recanti indicazioni ai laboratori con attività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legionellosi” (G.U. n 28 del 4 Febbraio 2005 e G.U. n 29 del 5 Febbraio 2005).

Le linee guida sono state  aggiornate alla luce delle nuove conoscenze scientifiche, con l’ausilio tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e di figure istituzionali esperte del settore.

 

Decreto Legislativo 9 Aprile 2008, N. 81

Testo coordinato con il Decreto Legislativo 3 agosto 2009, n. 106 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

Per un'efficace prevenzione è d’obbligo che il gestore di ogni struttura effettui con periodicità (biennale, preferibilmente annuale) la valutazione del rischio legionellosi, ovvero del rischio che nella struttura possano verificarsi uno o più casi di malattia.

La Valutazione del Rischio Legionellosi richiede conoscenze multidisciplinari che comprendono competenze impiantistico-idrauliche, nozioni chimiche, fondamenti di microbiologia, ma anche esperienza nel settore della sicurezza delle persone e degli ambienti di lavoro.

La nostra organizzazione è in grado di garantire un sistema di prevenzione efficace analizzando su misura ed in dettaglio la fotografia iniziale della struttura e degli impianti a rischio, supportata qualora disponibili da schemi di impianto aggiornati, per identificare i cosiddetti Punti Critici ed i Punti Critici di Controllo.

Su questi viene sviluppato un Piano di Controllo ed un Piano di Miglioramento, al fine di avere sempre chiara la magnitudo della proliferazione di Legionella, ma anche disporre di un piano di azioni pratiche che riducano il Rischio Legionellosi.