Lo studio di Ingegneria si propone come impresa di consulenza, adoperandosi con professionalità, per l’attuazione ed assistenza di tutti gli adempimenti relativi agli impianti di prima pioggia.

Lo studio è a disposizione degli operatori del settore (enti pubblici, progettisti, imprese, privati) per quanto concerne la scelta, il dimensionamento e l’assistenza alla costruzione degli impianti di trattamento delle acque meteoriche, nonché per la elaborazione della relativa documentazione tecnica ivi compresa la relazione per la richiesta di autorizzazione allo scarico completa di elaborati grafici.

Queste prestazioni non comportano alcun onere aggiuntivo sul costo delle forniture.

La gestione delle Acque di Prima Pioggia è uno degli obiettivi primari ai fini della tutela dei corpi idrici ricettori. Tali acque, infatti, costituiscono il veicolo attraverso cui un significativo carico inquinante costituito da un miscuglio eterogeneo di sostanze disciolte, colloidali e sospese, comprendente metalli, composti organici ed inorganici, viene scaricato nei corpi idrici ricettori nel corso di rapidi transitori.

L’inquinamento dei corpi idrici ricettori degli scarichi come i corsi d’acqua superficiali, suolo-sottosuolo o pubblica fognatura, da parte di sostanze connesse alle attività svolte sulle superfici produttive è certamente un rischio da tenere in debita considerazione.

Il trattamento delle acque meteoriche di dilavamento è quindi un problema non trascurabile, che necessita della valutazione, oltre che del volume di acqua che può essere raccolto sui aree impermeabilizzate, anche della tipologia di rifiuti presenti e delle sostanze potenzialmente inquinanti ad essi collegate.

 

Definizioni

Fatte salve le definizioni di cui all’art. 74 del Dl.gs. n. 152/06 e ss. mm. ed ii.,  si intende per:

Acque meteoriche di dilavamento: le acque di pioggia che precipitaono sull'intera superficie impermeabilizzata scolante afferente allo scarico o all'immissione.

Acque di prima pioggia: sono identificate come le acque corrispondenti ai primi 15 minuti di precipitazione e che producono una lama d'acqua pari almeno a 5 mm.

Acque di seconda pioggia: la parte delle acque meteoriche di dilavamento eccedente le acque di prima pioggia.

 

Tipologie di Impianti

La funzione di questi impianti di trattamento delle acque meteoriche è quella di stoccare l’acqua inquinata e d’impedire che sia convogliata direttamente negli strati superficiali del suolo o nel sottosuolo.

I sistemi di trattamento delle acque di dilavamento comunemente utilizzati sono di due tipologie: depuratori di tipo chimico-fisico e sistemi di dissabbiatura-disoleatura.

I primi trattano le acque in appositi impianti, costituiti da reattori e vasche dove vengono dosate apposite sostanze per abbattere chimicamente la concentrazione degli inquinanti;

i secondi trattano le acque solo dal punto di vista meccanico, mediante la filtrazione/decantazione dei fanghi in sospensione e la separazione degli olii/idrocarburi dalle stesse.

 

Normativa di riferimento

Dal punto di vista normativo il tema degli scarichi è regolamentato, a livello nazionale, dalla Sezione II, Titolo I del D.Lgs.152/2006 "Norme in materia ambientale" ed in particolare dall' Art. 113 del suddetto decreto, in tema di acque meteoriche di dilavamento.

Dalla letteratura della normativa nazionale si evince che lo Stato ha demandato alle Regioni la regolamentazione delle acque meteoriche di dilavamento su aree esterne.

La Regione Puglia per esempio ha provveduto ad attuare quanto previsto all’art. 113 del Dl.gs. n. 152/06 e ss.mm. ed ii, con il Regolamento Regionale del 9 dicembre 2013, n. 26 “Disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia” (attuazione dell’art. 113 del Dl.gs. n. 152/06 e ss.mm. ed ii.).

Ai fini del presente regolamento si identificano, a titolo indicativo, i seguenti settori produttivi e/o attività specifiche per le quali c’è il rischio di dilavamento di sostanze pericolose:

  • a. Industria petrolifera;
  • b. Industrie ed impianti chimici;
  • c. Impianti di produzione e trasformazione dei metalli e dei minerali;
  • d. Trattamento e/o rivestimento dei metalli;
  • e. Concia e tintura delle pelli e del cuoio;
  • f. Produzione della pasta carta, della carta e del cartone;
  • g. Produzione di pneumatici;
  • h. Aziende tessili che eseguono stampa, tintura e finissaggio di fibre tessili;
  • i. Produzione di calcestruzzo;
  • j. Aree intermodali destinate all’interscambio di merci e materiali;
  • k. Autofficine;
  • l. Carrozzerie;
  • m.Depositi di rifiuti, centri di raccolta e/o gestione e trasformazione degli stessi;
  • n. Depositi di rottami e/o produzione di fluff;
  • o. Depositi di veicoli destinati alla demolizione, attività di demolizione di autoveicoli;
  • p. Impianti di trattamento delle acque reflue industriali;
  • q. Attività destinate al carico ed alla distribuzione dei carburanti ed operazioni di vendita delle stazioni di servizio per autoveicoli.

 

Esempi di formule per il dimensionamento dei volumi delle vasche

  Sistemi di trattamento in continuo

 

Vasca sedimentazioneVolume totale delle vasche = volume VSEP+ VSED 

 

Volume di separazione: VSEP = Q x ts

 

Volume di sedimentazione (volume dei fanghi): VSED = Q x Cf

 

Volume di prima pioggia: VPP = S x 5 mm

 

Portata : Q = S x i

 

VSEP     Volume utile della vasca di separazione in continuo m3

Q          Portata dei reflui dovuta all’evento meteorico l/s

t          Tempo di separazione min

S           Superficie scolante drenante servita dalla rete di drenaggio ha

C        Coefficiente di afflusso in base alla permeabilità del terreno

i            Intensità delle precipitazioni piovose definita pari a 0,02 l/s m2

Cf            Coefficiente della quantità di fango prevista per le singole tipologie di lavorazione 

VSED       Volume utile della vasca di sedimentazione in continuo m3

 

Valori limite di emissione degli scarichi

 

Pubblica fognatura

Nera e mista

Acque superficiali e pubblica fognatura bianca

           Suolo 

Acque 1° pioggia

Parametri specifici di cui alla Tabella “Scarichi industriali” dei singoli

Regolamenti di Fognatura Comunali

Parametri specifici di cui alla Tab 3 allegato 5 parte terza DLgs 152/06 (Scarico in acque superficiali) Parametri specifici di cui alla Tab 4 allegato 5 parte terza DLgs 152/06

Acque 2° Pioggia

Non soggette al rispetto dei limiti

Acque reflue di Dilavamento

Parametri specifici di cuialla Tabella“Scarichi industriali” dei singoli Regolamento di Fognatura Comunali

 

 

Tab 3 allegato 5 parte terza DLgs 152/06 Tab 4 allegato 5 parte terza DLgs 152/06

Acque meteoriche pulite (coperture fabbricati, aree verdi aree escluse dalla applic.della direttiva ecc.)

Non soggette al rispetto dei limiti